PILLOLE di PARENT TRAINING. I Killer dell’autostima: i non detto

Ed eccoci all’ultimo degli spietati killer che cercano di danneggiare l’autostima, dopo l’inqui-sizione, i giudizi, le parole a tutti i costi, le etichette e le sostituzioni, chiudiamo con il n. 6.

Killer N. 6: I NON DETTO

Può essere accaduto che i nostri genitori o le persone che sono state significative per la nostra crescita ci abbiano inviato messaggi nascosti, così noi siamo cresciuti portandoci un peso che non sappiamo nominare, ma che ci curva la schiena. Questa soma si configura quando da piccoli ci siamo misurati con le domande esistenziali, quelle che ci hanno condotto a costruire lo schema con cui decodifichiamo noi stessi, il mondo e la relazione tra noi ed esso.

  • Quanto sono importante per gli altri?

  • Chi mi circonda risponde alle mie richieste?

  • Posso contare su qualcuno quando ne ho bisogno?

  • Chi mi conosce è contento di stare con me?

  • Cosa è davvero spaventoso per me?

  • Posso esprimere i miei sentimenti?

  • Posso dire quello che penso?

  • Cosa mi piace?

  • Come posso comportarmi?

  • Posso sentirmi capace/competente?

Se crescendo abbiamo riempito il nostro magazzino esistenziale di risposte positive, allora avremo le scorte sufficienti a far fronte alle inevitabili delusioni, frustrazioni, imprevisti ecc. che troveremo sul nostro cammino, in caso contrario il nostro magazzino sarà pieno di buchi.

I non detto sono messaggi che si insinuano come fa la polvere passando dalle fessure sotto le porte o tra gli infissi. Sono quelli che alcuni definiscono “ingiunzioni”, ossia messaggi di fastidio, sfiducia, disappunto, divieto, insufficienza, che si trasformano per i bambini in condizionamenti che mettono il giogo su ogni loro decisione ed azione, perseguitandoli ben oltre l’età infantile ed adolescenziale.

Se ci pensiamo e percepiamo bene noi stessi, riconosceremo i nostri gioghi, così potremo individuare le ingiunzioni del killer n.6 che sono:

  • non esistere (ovvero: il tuo essere al mondo crea ingombro/fatica)

  • non sentire (ovvero: le tue emozioni sono troppe e troppo intense)

  • non pensare (ovvero: non usare la tua testa ma esegui quello che ti viene indicato)

  • non fidarti, non essere intimo (ovvero: diffida perché prima o poi gli altri ti faranno male)

  • non essere te stesso (ovvero: quello che fai/dici/senti è inopportuno, imbarazzante, inadeguato)

  • non essere un bambino (ovvero: comportati come se fossi un adulto responsabile e maturo)

  • non crescere (ovvero: non ce la puoi fare, quindi per sopravvivere hai bisogno di dipendere)

I non detto generano fantasmi che ci seguono ovunque ed è facile che suggeriscano all’orecchio frasi e azioni che, nostro malgrado, consegnano ai nostri figli dei minuscoli ectoplasmi, che inevitabilmente peseranno sulla loro autostima.

Il solo rimedio contro questo famelico, quanto subdolo killer, è lavorare su se stessi, infatti più gli adulti diventano consapevoli delle ingiunzioni che li condizionano e più faranno da genitori al proprio figlio interiore, dandogli le autorizzazioni che riparano i buchi del proprio magazzino esistenziale.

Senza questo difficilmente sapranno come aiutare e guidare i loro veri figli a costituirne uno loro, che sia solido e florido. Mai come in questo caso le buone intenzioni non servono e, mai come nel caso del mutismo selettivo, è fondamentale capirlo e agire di conseguenza.

Quindi cari genitori siate sinceri e coraggiosi, ripercorrete la vostra storia personale, ricongiungetevi con i vostri dolori e lenite le ferite che ancora sanguinano, perché questo farà di voi gli esempi viventi che abbatteranno i killer che ledono l’autostima di cui i vostri figli hanno grandissimo bisogno.

Dr.ssa Paola Ancarani

Mediatrice familiare e Counsellor

Referente A.I.Mu.Se. Calabria